recupero crediti
Maggio 6, 2022

Agenzie recupero crediti, cosa fanno e come agiscono

By Angelo

Il recupero crediti è un’attività regolamentata che consiste nel ricorrere al dialogo e alla persuasione per ottenere il pagamento da un debitore dell’importo dovuto.

Ad occuparsene esistono delle apposite agenzie, specializzate nella riscossione delle somme scadute e non pagate, che si assumono questa responsabilità per conto del loro cliente.

Una volta avviata la procedura, un’agenzia di recupero crediti ha diversi mezzi per ottenere il pagamento dai debitori, ma non può sostituire la giustizia e deve quindi rispettare determinati obblighi. Vediamo dunque di cosa si occupano le agenzie di recupero crediti e in quali modi possono facilitare la solvenza dei debiti.

I compiti di un’agenzia di riscossione crediti

Quando viene contattata da un’azienda o da un privato per recuperare i propri debiti, la società di recupero crediti avvia la pratica contattando il debitore per informarlo della situazione. Successivamente si occupa di effettuare vari solleciti, sia per posta (classica o raccomandata) che telefonicamente.

Nei casi in cui risulti che il debitore si trovi in ​​difficoltà finanziaria (e quindi non sia in grado di saldare immediatamente tutto il suo debito), l’agenzia di riscossione crediti può anche proporre un piano di pagamento. Questa possibilità consente al debitore in una situazione delicata di poter dividere il proprio debito per saldarlo in più rate.

Infine, la società di riscossione è anche responsabile della riscossione del debito al posto del creditore.

Nel caso in cui il debitore non si dimostrasse collaborativo, si può ricorrere all’ausilio di personale autorizzato all’esazione diretta, che interviene presso la sede di lavoro o il domicilio del debitore.

Se tutte queste operazioni danno esito negativo, la società di riscossione crediti procede alla stesura di una relazione di negatività, indicando quali sono le successive azioni da svolgere ed alla creazione di un dossier informativo finale. A questo punto, qualora esistano i presupposti oggettivi di fattibilità, si procede con il recupero crediti giudiziale del credito.

Per insolvenze nel settore immobiliare, come nel caso di un inquilino moroso che non paga l’affitto, è possibile rivolgersi ad apposite agenzie, in grado di liberare e riconsegnare l’immobile e le mensilità al creditore. Per saperne di più scopri il servizio di sfratto di Rescos.

I diversi tipi di procedure di recupero credito

Ci sono due modi comunemente usati dalle agenzie di recupero crediti per ottenere il pagamento dai debitori.

Recupero amichevole

Questo è il primo passo attraverso il quale deve passare qualsiasi intermediario della riscossione. La procedura è relativamente classica e il più delle volte inizia con una lettera di sollecito destinata al creditore, in cui gli viene ricordata l’esistenza e l’importanza del suo debito nonché la necessità di saldarlo.

A volte questa prima interazione è sufficiente per ottenere il pagamento ma, se non c’è risposta o reazione, il passo successivo è scrivere e quindi inviare una lettera di mora. Di solito viene inviata tramite raccomandata con richiesta di avviso di ricevimento.

L’agenzia di riscossione può anche utilizzare l’ingiunzione di pagamento, che è una lettera di richiesta consegnata al debitore direttamente da un ufficiale giudiziario. Si tratta di un’alternativa estremamente efficace, ma anche costosa, che va quindi riservata a situazioni con posta in gioco alta.

Se la lettera di mora non ha avuto seguito, si può poi passare alla fase successiva, quella del recupero giudiziale.

Contenzioso o recupero giudiziario

Se la procedura amichevole si rivela inefficace, un’agenzia di riscossione può decidere di fare una marcia in più: la procedura giudiziale di riscossione. Si noti tuttavia che questa fase non può essere avviata arbitrariamente: richiede l’ottenimento di un titolo esecutivo dalla banca. Tale documento, avente valore legale, permette di annotare il mancato pagamento di un debito per poi procedere ad una riscossione forzata.

Se la richiesta è ritenuta valida dal giudice competente, questi emette titolo esecutivo nonché l’ingiunzione di pagamento. In ogni caso, l’ordinanza deve essere consegnata a mano al debitore, che ha quindi un mese di tempo per contestare la pertinenza della sentenza.

Trascorso tale termine, se non si è costituito, il creditore ha il diritto di chiedere l’esecuzione dell’ordinanza che obbliga il debitore al pagamento. Se quest’ultimo persiste nel rifiuto, può essere avviata una procedura di sequestro coatto sui beni del debitore.

In genere è un metodo riservato alle controversie più importanti, per la sua complessità di attuazione oltre che per i suoi costi.