consulenti del lavoro
Novembre 3, 2023

Come diventare consulente del lavoro?

By Angelo

L’ambito della consulenza del lavoro è una professione di grande rilevanza e complessità, che richiede una solida preparazione e una profonda conoscenza delle leggi e delle dinamiche che regolano il mondo del lavoro. Diventare un consulente del lavoro è un obiettivo ambizioso, ma accessibile a coloro che sono disposti a dedicare tempo ed impegno per acquisire le competenze necessarie. Approfondiamo i passaggi chiave da seguire per intraprendere una carriera come consulente del lavoro, compresa la formazione accademica, il tirocinio obbligatorio e l’esame di abilitazione.

Quale laurea per diventare consulente del lavoro?

Se hai l’ambizione di diventare un consulente del lavoro, è essenziale comprendere i requisiti accademici necessari per intraprendere questa stimolante carriera. La professione di consulente del lavoro è definita dalla Legge n. 12/1979, e uno degli elementi fondamentali per poter esercitare questa professione è il possesso di un titolo di studi universitario adeguato.

In particolare, la normativa prevede che il consulente del lavoro debba aver conseguito una laurea triennale o quinquennale in uno dei seguenti insegnamenti:

  • Scienze dei servizi giuridici
  • Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  • Scienze dell’economia e della gestione aziendale
  • Scienze dell’amministrazione
  • Scienze economiche
  • Scienze giuridiche

Inoltre, sono accettate anche lauree specialistiche in:

  • Giurisprudenza
  • Scienze dell’economia
  • Scienze della politica
  • Scienze delle pubbliche amministrazioni
  • Scienze economico-aziendale

È importante notare che per diventare un consulente del lavoro è necessaria una formazione universitaria che si basi sull’acquisizione di nozioni e competenze economico-giuridiche. Questo è fondamentale per essere in grado di offrire consulenze e servizi professionali in materia di diritto del lavoro, previdenza sociale, e questioni connesse all’ambito aziendale.

Diventare consulente del lavoro: il tirocinio obbligatorio

Il cammino per diventare un consulente del lavoro è un percorso complesso e articolato, che richiede non solo una solida formazione accademica ma anche un periodo di tirocinio obbligatorio di 18 mesi.

Una volta completati gli studi universitari e ottenuto il titolo richiesto, gli aspiranti consulenti del lavoro sono tenuti a svolgere il tirocinio presso lo studio di un consulente del lavoro già iscritto nell’albo da almeno 5 anni. L’iscrizione al registro dei praticanti è un passo cruciale per attestare lo svolgimento del tirocinio, e il tirocinante partecipa attivamente alle attività dello studio sotto la supervisione del consulente senior che lo ha accettato come praticante.

Tuttavia, esiste anche la possibilità di anticipare il tirocinio professionale durante l’ultimo anno di università. Un accordo tra il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, il MIUR e il Ministero del Lavoro consente agli studenti universitari che desiderano intraprendere la carriera di consulente del lavoro di iniziare il tirocinio per i primi 6 mesi presso lo studio di un professionista affidatario. Per poter usufruire di questa opportunità, gli studenti devono essere in regola con gli esami universitari.

Lavorare come consulente del lavoro: l’Esame di abilitazione

Il primo passo verso una carriera di consulente del lavoro è il superamento dell’esame di Stato, un requisito fondamentale stabilito dalla legge per poter esercitare questa professione. L’esame di Stato di consulente del lavoro viene condotto da commissioni territoriali composte da membri del Ministero del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL e da un professore ordinario di materie giuridiche.

Questo rigoroso processo di valutazione si articola in tre fasi: due prove scritte e una prova orale. Le prove scritte comprendono la redazione di un tema relativo al diritto del lavoro e alla legislazione sociale, nonché una prova teorico-pratica sul diritto tributario, a scelta della Commissione.

La prova orale è altrettanto significativa e riguarda una vasta gamma di argomenti, tra cui il diritto del lavoro, la legislazione sociale, il diritto tributario, elementi di diritto privato, pubblico e penale, nozioni generali sulla ragioneria, la rilevazione del costo del lavoro e la formazione del bilancio. Durante questa fase, i candidati devono dimostrare una solida comprensione dei principi e delle leggi che regolamentano il mondo del lavoro e dell’impresa.

Per affrontare le prove scritte, ai candidati vengono assegnate sette ore dalla dettatura, durante le quali possono consultare testi di legge non commentati ed autorizzati dalla Commissione, nonché dizionari.

Come iscriversi all’albo dei consulenti del lavoro?

Per diventare un consulente del lavoro professionale e qualificato, è essenziale seguire una serie di passaggi fondamentali dopo aver superato con successo l’esame di Stato. Uno di questi passaggi cruciali è l’iscrizione all’albo dei consulenti del lavoro, come stabilito dalla Legge n. 12/1979, requisito obbligatorio per poter esercitare la professione.

Tuttavia, il percorso professionale di un consulente del lavoro non si ferma qui, in quanto è anche richiesto un continuo impegno verso la formazione e l’aggiornamento professionale. Il regolamento sulla formazione continua obbligatoria dei Consulenti del Lavoro stabilisce che ogni professionista deve accumulare almeno 50 crediti formativi ogni due anni. In questo modo, la professione di consulente del lavoro continua a essere al passo con i tempi, a beneficio sia del professionista che dei suoi clienti.